Pane ..oggi parliamo di un lievitato che mi ha dato molte soddisfazioni.
Ho creato questa ricetta mettendo in pratica le varie tecniche che ho acquisito frequentando corsi con maestri panificatori. Ho utilizzato una farina veramente speciale FARINA DI TRITOREDEUM frutto dell’ibridazione fra una tipologia di grano duro ed una di orzo selvatico .
In questo impasto ho utilizzato un metodo indiretto e l’autolisi
Innanzitutto bisogna preparare una biga 18 ore prima dell’impasto.
Una Biga altro non è che un preimpasto asciutto ottenuto con farina (100%), acqua (45%) e lievito compresso (1%) . Per preparare la biga vengono utilizzare farine forti, con W maggiore di 300 e P/L (rapporto resistenza/elasticità) tra 0.5 e 0.6. La temperatura della biga alla fine della preparazione deve essere bassa intorno ai 20/22 gradi.
Per calcolare la temperatura dell’acqua per la preparazione della biga viene utilizzata questa formula:
55 -Temperatura ambiente (del posto in cui viene messa a fermentare) – temperatura farina
L’Autolisi è una tecnica che consente di sfruttare l’autoevoluzione delle caratteristiche del glutine. Consiste nell’impastare la farina con il 55% dell’acqua della ricetta e lasciare rimposare l’impasto da un minimo di 30 minuti ad un massimo di 24 ore. Oltre le sei ore di riposo bisofna aggiungere uno 0.2 % di sale e la conservazione non deve essere effettuata ad una temperatura di 18/20 gradi. Questa tecnica migliora la capacità di assorbimento dell’acqua, da maggior volume, una mollica soffice e molto sviluppata. Offre dei benefici a livello organolettico e migliora la conservabilità.
Dopo questi brevi cenni tecnici partiamo con la ricetta:
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